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Palazzo Dragonetti-Torres

Il Palazzo Dragonetti si erge su tre piani ed occupa un intero isolato tra via Santa Giusta, via Rosso Guelfaglione, via Dragonetti e vico del Drago. Il nucleo originario fu edificato alla metà del ‘400, probabilmente intorno ad una torre preesistente. Nei secoli successivi ha avuto diversi ampliamenti, specie in seguito ai terremoti che si sono succeduti nei secoli. Tuttavia, anche dopo quello del 1703, esso ha sempre mantenuto il suo carattere unitario, contraddistinto da uno stile di sobria eleganza. La parte architettonica più significativa è indubbiamente il cortile rinascimentale, nel quale si può intravedere il genio di Silvestro Aquilano. Notevole è anche il secondo cortile, che ha conservato l’antico abbeveratoio/lavatoio e il forno per la formazione della cenere. Il Palazzo deve la sua fondazione alla famiglia Dragonetti, originaria di Bazzano, i cui abitanti si insediarono, tra la fine del XIII e l’inizio del XIV secolo, nel Quarto di Santa Giusta. Una lapide funeraria collocata nella Chiesa romana di Santa Maria in Monterone e datata 1406 è dedicata a un Giovanni di Bazzano, padre di Dragonetto, che ha dato il nome alla casata. I Dragonetti si imparentarono con altre grandi famiglie aquilane, in particolare i de Torres, di origine spagnola, giunti in Abruzzo nel ‘500 al seguito di Carlo V. Laura de Torres, ultima discendente della famiglia, andò sposa nel 1815 a Luigi Dragonetti, dando così vita al nuovo ramo nella famiglia. A seguito del matrimonio, i Dragonetti de Torres acquisirono il Palazzo settecentesco di via Roio, già appartenuto agli Antonelli, e vi si trasferirono, lasciando il Palazzo di Santa Giusta, nel quale continuò ad abitare Maria Dragonetti de Torres, sorella di Alfonso e vedova Cappelli (1867-1956). Il sisma del 2009 ha provocato danni in tutte le parti dell’edificio, ma i guasti maggiori si sono riscontrati ai piani più alti. È crollata la sommità dell’edificio, nella loro caduta, le pietre hanno frantumato la vera del pozzo situato nel cortile. Sono caduti tratti di cornicione, sono crollati settori di tetto, gli architravi dei portali sono stati tutti seriamente danneggiati e così le cornici delle finestre. Le pareti della castellina si sono disarticolate così come ha sofferto l’intero impalcato murario.  Anche gli elementi decorativi che ornavano gli intradossi degli orizzontamenti hanno subito la violenza del sisma. L’Apparato voltato a crociera del piano terra, invece, come pure le colonne del cortile e del loggiato, a testimonianza della robustezza strutturale dell’impianto originario hanno reagito egregiamente alla spinta sismica. I lavori sono iniziati nel 2014 al termine di una complicata progettazione e sono stati conclusi a settembre del 2018.

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